Recensioni

Qui di seguito, recensione di Pina D’Aria [giornalista, scrittrice di fiction, poeta e performer dal 1977. Nel 1993 pubblica la raccolta di racconti Cyberpunk “FLATLINEROMANCE” (Synergon Ed. – Bologna); nel 1994 il romanzo “UCRONIA TECHNO-GLAD” (Synergon Ed. – Bologna). Altre pubblicazioni , come ad es.: Shadows e Darkness, sono disperse in rivoli di riviste underground. Il Signore Dei Camion esce nel 2004 per i timbri della Dolphin, inoltre, molti interventi sotto pseudonimo (Phil Potter, Anonymous, Lizzy Air, Joseffa Antenore, Sophie Grec, Polly Dickens, etc…) appaiono on line, soprattutto sul Paradiso Degli Orchi di Alfredo Ronci e Michael Pergolani. Su tale rivista, firma molti racconti e la rubrica delle underdogsNews , recensioni e brillanti de falsu creditu. In lavorazione, il soggetto: Caschetto e Capelloni. Ha fatto radio dal ’74 al 2012 con una parentesi in RAI3 tra il ’76 e il ’77 con storia del rock delle femmine e contributi di ordine antropologico.]

UltraZine→underdogsNews by Pioneeragain ∞ pina d’Aria in heart

La controinformazione: TEMPI SELVAGGI è un book→mi piace.
Literature is a bitch: mah + sì + forse + magari + chissà∞
L’abominio dei luoghi comuni potrebbe fornire l’ulteriore ? Ma l’osceno che cos’è ? Trascuriamo il superfluo? Macchè! Pee è in vena di conversazioni: conosco alcuni individui citati da Colombari Roberto. Cesare Ferioli is the inspired illustrator.
Quei tali sono riconoscibili pertanto non li nominerò, ne racconterò però solo 3.
Il numero uno – Cresta Rossa un metro e ottantasei sguardo mi ficco ovunque – faceva da baby sitter a mio figlio. Mi accompagnava nei tour performativi e mi fotografava, ne era onorato → gli sono grata. Pogo e tanti concerti insieme: Gwar+D.O.A.+ Damned∞


Il numero 2 indossava , a un certo punto del suo mutamento, un mio vestito di red velvet e anche la mia collana con rosse gemme rosse. Era nel bel mezzo del transpassaggio perciò alcuni lo chiamavano per maschio, altri per femmina. Parlando di stili a caso, una sera che ci siamo conosciuti per via di certa musica in piazza Verdi, ha cinguettato, cavoliii, mi fa , conosci le NewYorkDolls e uau e uao! Espresse, si proprio così, ☻espresse felicità☻ perché io non bolognese, proveniente dal Nulla dell’Estero e dell’Italia, sapevo!!! Per giunta, non amando particolarmente i Clash e avendo frequentato in parte, persino la London sia punkCharingCross sia la simil Crass, risultavo maGGika come la Roma. Mi sono guadagnata un mucchio di stelle→ io la capellona, hippie, neobeat, cyberpunk ∞ quella dei nicknames ∞ delle definizioni abbattutesi su di me per via di un uragano/ valanga di vari moods.
Il numero Tre è una specie di frammmento di Nove – l’eroe del romanzo Tempi Selvaggi – Tre è in bilico tra politicalRage/ribellione e solitary but fast way of life. E’ un elemento di formazione: viaggia nello spazio. La sua testa è un buco che ama se mentalizza. Ci troviamo mentre canticchio un motivo di E. Burdon e poi passo ai Poobha e con disinvoltura ai Foghat e non parliamo degli Uriah Heep e a momenti sviene: soffio un intero brano degli Hawkwind.
Ma che c’entra tutto ciò con TEMPI SELVAGGI di Colombari Roberto e di Cesare Ferioli che è the inspired Illustrator? A voi in ascolto da queste frequenze, rammento la trasversalità! Mai sentito parlare di attraversamenti e dimensioni e mondi? Avete presente gli universi e gli abitanti : quelli con occhi obliqui, quelli senza e nemmeno le code parlanti vi dicono qualcosa? La trasformazione che frequento vi coglie di sorpresa ? Be’ cari miei friendly listeners, l’individuo che chiamo Tre mi fa, sei una fata ←↑→ sai e comprendi ciò che amo! E così il più rotten and soaked punk di Bologna si perita di psichedelia seventies e southernrock e StonerSpaceMusic e si diletta ad apostrofare i punx che invecchiano. Lui non è un Kid ♠ Asserisce di essere quasi nazi: non significa un caxxo, ma deve distinguersi. Norrenicamente o runicamente è un Child, quindi, gli altri scemano e lui rimane→lui muore alla grande →di brutta quotidianità♠ E’ una sua affermazione.
Cionondimeno, il gioco delle illusioni è sempre il più potente. Condividiamo l’idillio intermittente tra noi, tra sounds & love. Comprendete? La trasversalità!
Non le epoche e le generazioni, ma l’intensità di un discorso, meglio dire di una raw poetry.
I Kids della provincia che conquistano la musica e le strade e le cantine e ronzano e si distribuiscono nelle metropoli e si riconoscono, quanti sono? Cosa vogliono? United!
Vogliono incontrarsi, unirsi, suonare, mandare affangala tutto ciò che non è appropriato all’aTTiTUdine♥
E dal borgo bolognese, dalle metropoli, da Frisco come da Londra, si va o si torna, infine, in un libro. A memoria di chi? Ma certo → Bologna esporta ∞ anch’Essa, i gusti, le lacerazioni, i fenomeni, la storia, il prima e il dopo: che fine fanno le creste? Che fine hanno fatto i capelloni? Dobbiamo competere con le età? Per favore, acconciature, estetica e musica diventano i simulacri bellissimi di uno scempio : lo scempio dell’Arte che rinasce attraverso formidabili rotture. L’Arte non è democratica, per fortuna♥ L’Arte impiega la sua rivoluzione per sollecitare la strada, i tanti o i poki e i punk non sono soli, non sono i soli.

Tempi Selvaggi è un roman/Zine e io che sono controinformativa, anarchicamente parlo di Tempi Selvaggi perché è un altro buon incontro: ti mette il frizzfuzz just inside e allora: dipendenze, nevrosi, anoressie bulimiche, pianto e solitudine spariscono se comincia la rivolta: se prende piede l’impiego delle energie nel riconoscersi in un mood di un’umanità/vitalità nascente o nell’Arte sorgiva tout-court.
Art/Zine, curiosa, anche maldestra e io che tuttavia vivo di bizzarrie, sto per rivelarvi che Colombari e Cesare sono gli urka-artists/zine e come tutti gli artisti ci nutrono di curiosità, di ispirazioni impastate di quel quid fluido e fluttuante che non si può soffocare: with the doctor martin boots and stomp the floor boom boom∞ La valenza è collettiva: l’individuo fa fatica; solo le relazioni creano magia e rinunciarvi è da stupidi. Non esistono gli anarchici individualisti, ovvero, sono un’altra cosa e a volte li troviamo con i militari, PUAH!

Listeners of mine: A piedi nudi spacco la coltre della menzogna: Ci vuole SexLove/zine condita di quella musica, di quel comportamento simpatico, quell’emozione che genera vicinanza fortuita/serendipity/regalo esistenziale! Ciò che avviene va consumato e rifatto e riabitato, come a ritrovare il corpo senza manierismi, corpo scevro da paura e tormento, carne che non punisce e non trova/proprio non vuole religione.
Ah, miei cari listeners, che genere letterario si è è inventato Roberto Colombari con Ferioli Cesare che fa le immagini? Ve l’ho detto : si tratta di un Roman/Zine con un ritmo, s’intuisce, beat/punk, ve lo conferma questa Lola Lupa che ogni tanto riemerge dalle nebbie e dagli accordi. La scritttura è importante, dà forma e consolida i contenuti ma non solo i contenuti. Stravolgere è l’arte di rifondare i linguaggi e riprendere the wire of thinghs. Bravi! E buoni anche i prefatori e postfatori di Tempi Selvaggi. Quando ci si unisce, si gioisce; trovare materia per farlo è l’ingrediente per riprodurre il ciclo rivoluzionario, che rivitalizza il desiderio di stare/viaggiare e costruire un clima eccitante di pace e amore e copulare/suonare senza ritegno! Il Pianeta va salvato e Noi della fluttuanza ad oltranza, del dubbio che interroga rocamente e protegge dalle filosofie che condizionano, sappiamo che la verità scovata dagli eccelsi pensatori di mutande, è sempre la stessa: godi se non vuoi patire! Questa è bellezza, questa è Pioneer Again/Pina D’Aria da irresistibili frequenze / forever on air♥☻↑

Pina D’aria, marzo 2023

La prima cosa che mi ha colpito e mi è piaciuta davvero molto è lo stile particolare, con gli inserti grafici e l’inserimento di riquadri, immagini e font differenti. Mi è sembrato un modo originale per rendere la scrittura più vicina all’urgenza e alle tempistiche della storia raccontata, oltre che in linea con la voglia dei personaggi di scardinare regole e dogmi.

Mi è anche piaciuta molto l’idea di non scrivere un memoriale o un saggio ma piuttosto immergere il lettore in un racconto, seppure con i piedi ben saldi nella realtà e in fatti conosciuti o vissuti in prima persona, oltre alla presenza di persone vere che di quella storia hanno fatto parte.

Non so quanto della storia di Nove sia vera ma è di sicuro verosimile e simile a quelle di tanti amici e compagni di strada che ho incontrato negli anni, per cui non è facile capire dove finisca il racconto e dove inizi la cronaca. Un altro fattore che rende più interessante l’approccio e mi ha tirato dentro alle vicende narrate.

In breve, dal mio punto di vista, è un sì convinto, anche perché sentir raccontata la storia della prima scena punk e skin senza la pesantezza del saggio – che troppe volte tende a prendere un tono troppo didattico o ad appesantire il tutto – è un’esperienza coinvolgente e di sicuro originale.

In qualche modo mi ha ricordato un po’ uno dei miei film preferiti, La Haine (l’odio in italiano), che ti porta a simpatizzare ed immedesimare con i protagonisti per poi lasciati impreparato al colpo di scena finale.

Il fatto, poi, di conoscere tanti dei protagonisti o comunque di averli incrociati nella vita o nei racconti sentiti mille volte, ha reso la lettura ancora più coi volgente e in qualche modo sentita.

Consigliato anche a chi è solo curioso senza magari avere una conoscenza specifica degli argomenti trattati.

MMichele Giorgi (The New Noise 2022)

Bellissima recensione di Tempi Selvaggi su Just Kids Magazine di ottobre 2021 a cura di Francesca Vantaggiato… ci siamo sinceramente emozionati leggendola!!!

“Un libro tosto. Una storia dura. Uno stile crudo. Pagina dopo pagina, ti avventuri insieme a Nove – incosapevole protagonista di queste incasinate vicende – nelle strade di Bologna, Reggio Emilia, Irpinia, Londra. Senti il rumore dei suoi passi pesanti, dichiarati sbattendo gli anfibi sul selciato. Annussi la puzza di marcio che gli scoppia nel cervello. Sei al suo fianco, mentre salta, accoltella, sgomita, picchia, cerca di respirare, suda e vomita. Pagine piene di sangue e sudore, di versi gridati e accordi assolutamente scordati…”

http://www.justkidsmagazine.it/2021/10/24/recensione-tempi-selvaggi-storia-di-punk-e-anarchia-roberto-colombari-cesare-ferioli-clueb-casa-editrice/

Su Rumore di Settembre 2021, Luca Frazzi parla di Tempi Selvaggi. ✍️ “La frenetica successione di eventi fa di Tempi Selvaggi un romanzo generazionale”

Mescalina 14 luglio 2021 Laura Bianchi recensisce Tempi Selvaggi

Incredibili, quei tempi, a ripensarci ora. Tempi di fermenti, contraddizioni, discussioni, impegno, lotte…e Bologna era uno dei centri culturali più attivi e vivi, in cui si muovevano realtà forse oggi impensabili. Tempi senza social, ma con una forza comunicativa sociale esplosiva, uno sguardo alla Gran Bretagna, uno alle filosofie orientali, e la testa rivolta a una volontà di cambiamento, anche questo, oggi, impensabile.

Tempi selvaggi, quelli degli anni Ottanta bolognesi (anzi, dal 1980 al 1983), e Roberto Colombari li ha vissuti tutti, intensamente, con una consapevolezza lucida, che ora trasferisce nel romanzo intitolato proprio Tempi selvaggi: seguiamo così la storia di nove (“Potevano esserci 1000mila motivi per quel nome uscito senza nemmeno la maiuscola, ma non ne sapeva nemmeno uno”), sintesi finzionale di tanti personaggi reali, uno skinhead che si trova a vivere il concerto dei Clash in Piazza Maggiore (organizzato dall’allora assessore alla Cultura, padre dell’autore), quello dei Ramones a Reggio, quello, violento, degli Exploited, il raduno Oi! a Certaldo, con le provocazioni di stampo fascista dei Rip Off, oltre alle esperienze a Londra, a stretto contatto con la scena punk, fra occupazioni, scontri razziali e amori, ma anche con la strage della stazione e le lotte anarchiche…(continua a leggere la recensione sul sito di Mescalina)

https://www.mescalina.it/libri/recensioni/roberto-colombari/tempi-selvaggi-storia-di-punk-e-anarchia-?

Corriere di Bologna 14 luglio 2021 Andrea Tinti scrive di Tempi Selvaggi

ROCKERILLA 491/492 Luglio/Agosto 2021, recensione di Valentina Zona

03 giugno 2021 – Red Raggini, ex chitarrista di Dioxina e Nabat

Interrompendo per un attimo (pensavo) la lettura degli altri libri ho cominciato Tempi Selvaggi e alla fine non ho più smesso di leggerlo e sono arrivato alla fine. Ci ho ritrovato molti personaggi che conosco, altri solo di vista o di nome avendo frequentato Bologna con continuità quando suonavo con i Nabat fra il 1984 e in 1987 un momento successivo a quello in cui è ambientato il romanzo.

Alcuni nomi li avevo quasi rimossi dai miei pensieri, forse perché erano una parte della causa che mi spinse a mollare tutto e avere il rigetto di una scena che mi aveva esasperato al punto da lasciarmi anche crescere i capelli lunghissimi per un lungo periodo prima di fare un po’ pace con me stesso e tornare a tagliarli… La lettura del libro è molto anfetaminica, perlomeno così è stata per me, scorrevole tranne nell’imbattersi in simboli, frecce, tabelle, maiuscole/minuscole come correre attraverso un campo minato, idea comunque molto originale mai trovata prima in altri libri.

Chi si nasconde dietro l’identità di Nove? Magari l’ho conosciuto oppure no, anche se nel finale del libro si accenna a un’audizione che fece coi Dioxina, ai tempi in cerca di un sostituto di Rudy ma davvero non me la ricordo…

RED (Dioxina)

28 maggio 2021 – lorenzobecciani per Suffissocore

E’ uscito per CLUEB il volume “Tempi Selvaggi” a cura di Roberto Colombari e con le illustrazioni di Cesare Ferioli.

Di seguito la nostra recensione:

Ho letto questo libro avidamente, in sole due notti. Perché il punk è qualcosa che va consumato a caldo, a testa bassa, senza preconcetti ma soprattutto senza esitazione. La scrittura di Roberto Colombari è perfetta per una storia di punk e anarchia che si sviluppa a Bologna e uno dei pregi migliori del volume è la capacità di far risplendere il capoluogo emiliano anche quando i riflettori si accendono sui suoi lati oscuri, sui luoghi meno raccomandabili o comunque meno convenzionali. Una Bologna che viene vista come Londra o Berlino, anche grazie alle magnifiche illustrazioni di Cesare Ferioli, batterista e produttore che ricordiamo con Uxidi DC, Urban Fight e Tribal Noise ma anche per le collaborazioni con Luther Blissett e Wu Ming. Colombari è invece al settimo romanzo ed in precedenza, oltre ad aver messo mano su diverse fanzine, si era occupato di letteratura storica con una serie di storie ambientate nel Medioevo e, sempre CLUEB, sulla “terza guerra”.

Stavolta l’interesse è stato rapito da quegli anni selvaggi e formidabili in cui un costante senso di pericolo si accompagnava al rifiuto di leggi e modelli predefiniti, all’estetica del culto skinhead ed all’arrivo di informazioni più o meno veritiere provenienti dalla scena anglosassone. Da una parte la crudezza esasperata di certi eventi e dall’altra una libertà di pensiero che mai si era sperimentata in passato e che idealmente si riflette in una colonna sonora, più o meno indicata dall’autore, di spessore unico. La disposizione del testo, le evidenziature in nero o l’uso di caratteri differenti ne sottolineano la forza.

Un punto di partenza è naturalmente il concerto dei Clash in Piazza Maggiore, ma nel libro si citano anche eventi terroristici, rivolte, usi e costumi nel vestiario o nei giri da fare la sera e di fondamentale importanza sono anche l’apertura e chiusura di negozi e locali, l’odore ed il suono che provenivano da fogne e cantine. Servirebbero più opere del genere perché abbiamo un disperato bisogno di conoscere la verità e riflettere su ciò che è stato il passato. Visto che del presente non ci stiamo capendo molto.

leggi la recensione su Suffissocore: https://www.suffissocore.com/portal/scnews/24826/tempi-selvaggi-la-recensione-del-libro-di-roberto-colombari

26 maggio 2021- Antonio “Tony Face” Bacciocchi sul suo blog

Roberto Colombari – Tempi selvaggi. Storie di punk e anarchia

La Bologna del primissimo giro punk e skinhead, a cavallo tra 70 e 80.
Sullo sfondo una società che cambia, la bomba, le bombe, la repressione.
In mezzo chi non accetta tutto ciò, si ribella, cerca strade nuove e, quando trova porte chiuse, le sfonda.

Il romanzo di Roberto Colombari, arricchito dalla bellissima grafica e dai disegni di Cesare Ferioli (entrambi protagonisti diretti di quei tempi selvaggi), ci porta, attraverso Nove, giovane skinhead, violento, duro, aggressivo, senza regole né futuro, in mezzo a fatti veramente accaduti: il concerto dei Clash in Piazza Maggiore, i Ramones a Reggio, il sanguinoso raduno Oi! di Certaldo, la mattanza poliziesca al concerto degli Exploited, i Nabat e i Raf Punk, vari giorni londinesi con vicende più o meno note.

Scorrono fatti e persone (niente nomi, solo soprannomi – chi c’era sa chi sono), risse, amori, occupazioni e una vita violenta.

Linguaggio diretto e spesso ironico.
Si soffre e ci si diverte. Come in quei Tempi Selvaggi.

leggi l’articolo sul blog: http://tonyface.blogspot.com/2021/05/roberto-colombari-tempi-selvaggi-storie.html

15 aprile 2021 – Paola Naldi su Repubblica

15 aprile 2021 – Vincenzo Bagnoli (Versodove. Rivista di letteratura)

Volete sapere com’era la Bologna selvaggia del punk, degli skin, dopo l’implosione dei movimenti di rivolta e dopo l’eroina, quando della rabbia giovanile sembravano rimanere solo aspre ceneri sotto cui covavano però braci roventi? Allora fatevi prendere per mano da Laura dei Raf Punk, da Steno dei Nabat, da Oddone e Marina, e fatevi guidare attraverso il romanzo di Roberto Colombari. Al centro troverete quella città e proprio quegli anni, che Simon Reynolds chiamerebbe post-punk: anni violenti e amari, ma anche vitali e bollenti, in cui passioni e musica accendevano le vite.
Fatevi portare attraverso le periferie rabbiose di una città mai pacificata, al di sotto della retorica ufficiale, sempre spaccata in due fra il detto/dicibile e l’indicibile, fra chi ha e chi non ha; fra chi vuole e chi vieta, tra fabbriche di gomma, case occupate, concerti clandestini e grandi eventi, scontri di piazza, bombe, terremoti, risse, amori, amicizie odi; tra Ramones, Clash, Sex Pistols, Crass, Killing Joke; tra il desiderio di essere sé stessi e la volontà di inquadramento (cosa significano un paio di anfibi, una mohicana, una testa rasata?).
Attraverso gli occhi del protagonista tornate a quell’epoca, quando – nel declino della politica e del desiderio – il no future era una gigantesca minaccia fatta di aghi, deregulation, stabilimenti abbandonati e incubi nucleari, da sconfiggere giocando d’anticipo, in un rito orgiastico di pogo, sputi, contropotere, autodistruzione, e non la normalità placida dell’esistente, l’orizzonte oggi definitivo del “produci consuma crepa”… al tempo insomma dell’ultima, grande, ribellione anarchica.

10 febbraio 2021 – Marcello Conti per InCronac@

Quando Bologna era «Capitale del punk»

«RAF PUNK con la A cerchiata: aveva già visto quella scritta, accompagnata a volte dal disegno di una siringa in frantumi e le parole no eroina (altri rinnegano l’amante?) scritte sui muri. RAF PUNK, ANNA FALKSS con più tondi che alle olimpiadi -> probabilmente il nome era stato scelto proprio per le tante A da cerchiare ma non erano quelle a spingerlo. Davvero c’erano dei punk a Bologna? Degli altri punk a Bologna era il motivo per cui stava camminando nel vicolo immerso nell’odore di fogna…». È un assaggio del primo capitolo di Tempi selvaggi. Storie di punk e anarchia, un romanzo che ci porta nei primi anni ’80, a Bologna, in mezzo ai fermenti del movimento punk di allora. Lo firma lo scrittore Roberto Colombari, insieme a Cesare Ferioli che ha curato la parte grafica e realizzato i collage che impreziosiscono il volume. Uscirà l’8 aprile per Clueb.

Abbiamo parlato con Colombari che definisce il suo libro «fortemente biografico, però al plurale. Buona parte di quello che si racconta è vero, non il vissuto del protagonista che è inventato, ma quello che gli accade attorno è per lo più successo realmente». Un modo per raccontare anni che erano «selvaggi e violenti, ma anche molto attivi culturalmente»…

leggi l’articolo completo: https://incronaca.unibo.it/archivio/2021/02/10/quando-a-bologna-era-la-capitale-del-punk